1° gennaio, Palavela. Una sciarpa avvolta intorno al collo, l’aria da artista maudit di una lontana Bohème che non esiste più,Stéphane Lambiel si racconta… Si è ritirato dalle competizioni dopo le Olimpiadi di Vancouver, ma da allora ha interpretato tanti ruoli diversi sul ghiaccio, sul palcoscenco di un teatro e su quello della vita, dove il suo impegno a favore dei meno fortunati, un impegno silenzioso, ma attento ai bisogni degli altri, ha confermato la sua immensa umanità.
Domanda: Bentornato in Italia e qui a Torino per questo Capodanno sul ghiaccio. Stéphane, qualcuno afferma che sarai alle Olimpiadi di Sochi 2014, questa volta però non come atleta in gara, ma come coreografo.
Lambiel: Non lo so, non sono ancora certo… Che dirti, sarebbe bellissimo. Lo spero. Per il momento Sochi 2014 è un sogno che vorrei vedere realizzato.
Lambiel: Non lo so, non sono ancora certo… Che dirti, sarebbe bellissimo. Lo spero. Per il momento Sochi 2014 è un sogno che vorrei vedere realizzato.
D: Siamo abituati ad incontrare uno Stéphane sempre sorridente, simpatico, solare, ma Liza Tuktamisheva ha detto che nel tuo lavoro sei serio e persino severo. Com’è veramente il Lambiel coreografo e come sei dietro le quinte del pattinaggio?
Lambiel: A me stesso quando pattinavo nelle competizioni ho sempre chiesto moltissimo. Sono un perfezionista. Tutto deve essere curato nei minimi dettagli, con attenzione. Altrettanto faccio, adesso, quando lavoro con i ragazzi nelle coreografie. Si deve essere oggettivi, si deve prestare attenzione a tutto, a costo di sembrare severi. Nel mio lavoro sono molto serio. Questo non significa che io non sia solare, sorridente e che non scherzi. Ci sono i momenti giusti per ogni cosa.
Lambiel: A me stesso quando pattinavo nelle competizioni ho sempre chiesto moltissimo. Sono un perfezionista. Tutto deve essere curato nei minimi dettagli, con attenzione. Altrettanto faccio, adesso, quando lavoro con i ragazzi nelle coreografie. Si deve essere oggettivi, si deve prestare attenzione a tutto, a costo di sembrare severi. Nel mio lavoro sono molto serio. Questo non significa che io non sia solare, sorridente e che non scherzi. Ci sono i momenti giusti per ogni cosa.
D: Porti avanti progetti di beneficenza. Il 7 e l’8 gennaio sarai a Bellinzona per “Music on ice” insieme a Laurent Tobel e a tanti tuoi colleghi per un’iniziativa a favore del Giappone. Quanto è importante per un atleta famoso come te regalare il proprio volto e il proprio impegno per i meno fortunati?
Lambiel: Non è solo importante. Diventa un dovere. In particolare mi ha sempre colpito la sofferenza dei bambini. Ti rendi conto che molti hanno grandi opportunità, mentre altri non hanno la possibilità di mangiare, di studiare, di giocare? E’ ingiusto, estremamente ingiusto. Noi siamo persone molto fortunate: abbiamo tutto, ma, molto spesso, lo diamo per scontato, lo consideriamo qualcosa che ci è dovuto. Dovremmo imparare a riflettere di più, a pensare a chi sta soffrendo. Ciascuno di noi può fare la sua parte, può dare il proprio aiuto a coloro con i quali la vita non è stata generosa. Aiutare è un verbo importante.
Lambiel: Non è solo importante. Diventa un dovere. In particolare mi ha sempre colpito la sofferenza dei bambini. Ti rendi conto che molti hanno grandi opportunità, mentre altri non hanno la possibilità di mangiare, di studiare, di giocare? E’ ingiusto, estremamente ingiusto. Noi siamo persone molto fortunate: abbiamo tutto, ma, molto spesso, lo diamo per scontato, lo consideriamo qualcosa che ci è dovuto. Dovremmo imparare a riflettere di più, a pensare a chi sta soffrendo. Ciascuno di noi può fare la sua parte, può dare il proprio aiuto a coloro con i quali la vita non è stata generosa. Aiutare è un verbo importante.
D: Hai partecipato alla tourneè de “La Revue” nella veste di showman, di cantante, anche di attore. Ci parli di questa esperienza che ti ha portato lontano dal ghiaccio?
Lambiel: E’ stata una sfida, un altro modo di reinventarmi, di dirmi: Stéphane prova a vedere che cosa riesci a fare fuori dal ghiaccio. E’ un mondo affascinante, un’altra forma di arte. Ho persino cantato e mi piace moltissimo. Tutti insieme abbiamo fatto un buon lavoro.
Lambiel: E’ stata una sfida, un altro modo di reinventarmi, di dirmi: Stéphane prova a vedere che cosa riesci a fare fuori dal ghiaccio. E’ un mondo affascinante, un’altra forma di arte. Ho persino cantato e mi piace moltissimo. Tutti insieme abbiamo fatto un buon lavoro.
D: Il presente ed il futuro del pattinaggio maschile sul ghiaccio: chi, secondo Lambiel, regalerà grandi emozioni nelle prossime competizioni internazionali che caratterizzeranno il 2012, Europei e Mondiali? E chi è l’erede di Stéphane, chi si avvicina al tuo modo di interpretare il pattinaggio?
Lambiel: Non so chi sarà il mio erede. Ti posso fare alcuni nomi di pattinatori che mi piacciono e che sono certo potranno raggiungere obiettivi prestigiosi. Javier Fernandez, per esempio. Lo trovo bravissimo, elegante, coinvolgente. Patrick Chan è un grandissimo. L’ha dimostrato e lo farà ancora. E, poi… è tornato a gareggiare Plushenko… e con lui sul ghiaccio le emozioni saranno assicurate… vedrete…
Lambiel: Non so chi sarà il mio erede. Ti posso fare alcuni nomi di pattinatori che mi piacciono e che sono certo potranno raggiungere obiettivi prestigiosi. Javier Fernandez, per esempio. Lo trovo bravissimo, elegante, coinvolgente. Patrick Chan è un grandissimo. L’ha dimostrato e lo farà ancora. E, poi… è tornato a gareggiare Plushenko… e con lui sul ghiaccio le emozioni saranno assicurate… vedrete…
D: Sei stato definito il “Piccolo Principe” esattamente come il personaggio del tuo libro preferito (che è anche uno dei miei); quanto senti tuo questo paragone? Quanto del Piccolo Principe di Saint-Exupéry c’è in Stéphane?
Lambiel: Bella domanda. Amo molto questo libro, non è un libro per bambini, è molto profondo… Stéphane e le Petit Prince di Saint-Exupéry… vediamo: a 26 anni resto sempre un bambino per molti aspetti, esattamente come il Piccolo Principe; continuerò a rimanerlo per tutta la vita… Anche a me, come a lui, piace scoprire… la scoperta è importante, fondamentale, che si tratti di esplorare una stella, una persona o un luogo… dentro di me c’è un bisogno di conoscere che mi aiuta ad aprirmi ad ogni esperienza e ad affrontarla con entusiasmo… Forse in questa parola: “scoperta” si condensa il Piccolo Principe che è dentro Stéphane Lambiel… è importante che gli uomini non lo dimentichino… non si conosce mai abbastanza…
Lambiel: Bella domanda. Amo molto questo libro, non è un libro per bambini, è molto profondo… Stéphane e le Petit Prince di Saint-Exupéry… vediamo: a 26 anni resto sempre un bambino per molti aspetti, esattamente come il Piccolo Principe; continuerò a rimanerlo per tutta la vita… Anche a me, come a lui, piace scoprire… la scoperta è importante, fondamentale, che si tratti di esplorare una stella, una persona o un luogo… dentro di me c’è un bisogno di conoscere che mi aiuta ad aprirmi ad ogni esperienza e ad affrontarla con entusiasmo… Forse in questa parola: “scoperta” si condensa il Piccolo Principe che è dentro Stéphane Lambiel… è importante che gli uomini non lo dimentichino… non si conosce mai abbastanza…
D: Un’altra volta a Torino, un’altra volta al Palavela dove nel 2006 hai vinto l’argento olimpico. Come ricordi quel momento di cinque anni fa e che cosa senti quando scendi su questa pista?
Lambiel: Ogni volta che pattino al Palavela ripenso a quei momenti, sempre. Non trovo le parole per descriverti quell’emozione… forse non esistono. La medaglia olimpica è il sogno di ogni atleta…
Lambiel: Ogni volta che pattino al Palavela ripenso a quei momenti, sempre. Non trovo le parole per descriverti quell’emozione… forse non esistono. La medaglia olimpica è il sogno di ogni atleta…
D: Siamo a Capodanno: il momento dei propositi e anche degli auguri. Un obiettivo per il 2012 da parte di Stéphane e un augurio al pubblico italiano che ti ama e che ti segue con affetto.
Lambiel: Forse sarò scontato, banale, ma auguro a tutti la salute. E’ il regalo più importante: se la possiedi puoi provare a fare tutto. E, poi, il mio augurio è che possano realizzare i loro sogni. Sognare è importante. Non dovremmo mai smettere di farlo.
Lambiel: Forse sarò scontato, banale, ma auguro a tutti la salute. E’ il regalo più importante: se la possiedi puoi provare a fare tutto. E, poi, il mio augurio è che possano realizzare i loro sogni. Sognare è importante. Non dovremmo mai smettere di farlo.
Quando lasci Stephane, ancora una volta, ti rendi conto che non hai soltanto raccolto un’intervista, ma qualcosa di molto più importante. Ti ha spiegato che cos’è la vita e l’ha fatto con la semplicità del bambino che conserva dentro di sé.
Ti ha fatto un dono, speciale, particolare, ti ha lasciato un pezzetto di sé, delle sue emozioni, del suo modo di essere, insegnandoti che “tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano”.
Ti ha fatto un dono, speciale, particolare, ti ha lasciato un pezzetto di sé, delle sue emozioni, del suo modo di essere, insegnandoti che “tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano”.
Bellissima intervista Barbara, sempre dal sito Art on Ice - questa è la mia preferita in assoluto. Grazie ancora
Nessun commento:
Posta un commento